Space Mullet! Vol.1 – “Una scommessa alla volta”
Lo scorso anno vi parlai in maniera entusiastica di Extremity di Daniel Warren Johnson, sciorinando tutti gli aggettivi superlativi che mi vennero in mente. Oggi, sebbene sia passato diverso tempo e Johnson sia già tornato alla carica in patria con il suo Murder Falcon di cui, sarò onesto, ho letto giusto un paio di numeri, torniamo a parlare di quel portento di fumettista, fino a poco tempo fa semi sconosciuto. E nel fare ritorno all’iper-dinamismo di Daniel, facciamo anche un passo indietro nella sua produzione artistica, parlandovi di quella che è stata la sua prima, vera, incursione nel mercato italiano. Più di incursione, possiamo parlare di timido approccio quando parliamo di Space Mullet. L’opera, inizialmente concepita come webcomic è stata pubblicata interamente sul sito web dell’autore siano a guadagnarsi l’interesse di editori americani e non. É merito di Renoir Comics infatti se oggi potete leggere la traduzione di questa piccola perla in bicromia dell’autore statunitense. Sebbene si tratti di un’opera rimasta, almeno editorialmente parlando, “monca”, Space Mullet è quanto di piú embrionale e premonitore di ciò che verrà poi con Extremity.
In buona sostanza quindi, Space Mullet riprende quelle che erano le atmosfere tipiche di Extremity. Tanti i rimandi alla fantascienza popolare di Star Wars, come ci ricorda da subito il duo presentato a bordo della navicella spaziale Sandra-Wells. Qui infatti troviamo Jonah, il protagonista e Alphius, un alieno di buon cuore, dai modi burberi e dalla lingua ‘tagliente’. Johnson ci mette subito a parte di una misteriosa missione a cui Jonah avrebbe preso parte in passato, i cui ricordi tornano ancora oggi a tormentarne la mente. Proprio a questa missione sembra ricollegarsi quella affidata a questa piccola banda di contrabbandieri spaziali che, ingaggiati dal Sergente Geoffrey, un vecchio commilitone di Jonah, si imbarca in una controversa missione. Il compito affidato al mal assortito duo è quello di eliminare una potenziale falla nella sicurezza del governo galattico, rappresentata da un gruppo di terroristi che minaccerebbe di rendere pubblici dei filmati compromettenti di una vecchia e sanguinosa repressione messa in atto dal governo. A questa repressione facevamo riferimento poco fa ed è anche in virtù di questa storia rimasta aperta che Jonah accetta suo malgrado l’incarico. Ad ogni modo la ricompensa per i due contrabbandieri è ghiotta, riabilitare il proprio nome e fare carta bianca della propria fedina penale.
Non si può certo dire che quello proposto da Johnson sia un intreccio particolarmente originale, in quanto si tratta di una trama spesso molto prevedibile per via degli evidenti riferimenti/rimaneggiamenti ai classici della cultura popolare dell’ultimo ventennio. La missione si rivela ovviamente una trappola, nemmeno troppo ben architettata, ma assolve egregiamente alla propria funzione narrativa, ossia dare un po’ di respiro e ritmo alla narrazione e fornire il pretesto per fare da ponte verso il secondo scenario “New Mars City”. Qui faremo la conoscenza del nostro secondo duo composto da Peggy Sue e Howard. Questi due personaggi rimangono un pochino appesi, se ci si limita a questo primo volume, dal momento che vengono introdotti a storia già avviata, ma spulciando tra gli episodi successivi, non pubblicati in Italia, l’autore sembra riservare grande spazio anche a questi due persoanggi. I destini delle due coppie sono ovviamente già scritti e le loro strade sono predestinate ad incrociarsi dal momento che durante l’ultima missione Alphius è rimasto gravemente ferito ed è stato portato d’urgenza su New Mars City per le dovute cure mediche. I due contrabbandieri sono però al verde e per recuperare i crediti necessari per il trattamento richiesto, mettono in vendita la propria nave scommettendo tutto contro la vittoria di Peggy Sue, una giocatrice di Smash Derby, competizione che richiama, nemmeno troppo velatamente, al Motorball di Alita (messo in scena tra l’altro recentemente da Robert Rodriguez). Di riferimenti e rimaneggiamenti ne trovate a bizzeffe e questo potrebbe piacere come anche non piacere, ma se c’è una cosa che è innegabile è il talento artistico di Johnson che non appena posa la matita sulla carta riesce a rendere esplosiva anche la più piccola e insignificante delle vignette. Space Mullet se volete è la riprova della già piena maturità di questo disegnatore, dal momento che ritroviamo quanto di meglio avevamo visto in Extremity. Da un certo punto di vista, Space Mullet è anche più stupefacente di quanto non fosse Extremity o Murder Falcon e vi assicuro che la bicromia in questo caso è solo un valore aggiunto. Le chine in particolare danno una misura quasi oggettiva del talento di Daniel Warren Johnson, facendo emergere una serie infinita di particolari e donando un carattere inconfondibile al disegno di Space Mullet. Ovviamente a beneficiarne in primis sono le scene d’azione, su cui l’autore non lesina. D’altro canto, però Space Mullet non è solo un ‘artbook con i dialoghi’, come accade spesso per alcuni disegnatori che decidono di improvvisarsi autori completi, ma riporta a chiare lettere tutta la genuinità che Johnson aveva mostrato in Extremity dando penso e risalto alla figura oggi forse troppo sdoganata dell’eroe ingenuamente positivo. Questo a voler rimarcare come anche questo Space Mullet non sia un puro esercizio di stile ma una storia, forse in alcuni tratti già familiare ad alcuni, ma narrata con grande efficacia da questo incredibile artista. Insomma, quello che Renoir ha portato in Italia è un altro piccolo frammento di un autore che ha ancora molto da dare al mondo del fumetto e la cui produzione meriterebbe più spazio, specialmente nel nostro paese.
To put it simply 17,90€
Viaggio tra le influenze artistiche di Daniel Warren Johnson
Insomma l’ennesima grande prova che Daniel Warren Johnson è un autore che merita più spazio sia a livello internazionale che non. Questo Space Mullet racchiude chiaramente in se tutte quelle che sono le caratteristiche che poi sbocceranno da li a qualche anno in Extremity e ancora più recentemente in Murder Falcon. Tanto ritmo, tanta azione (fatta molto bene) e tanta tanta bella roba. Citazioni a non finire, botte da orbi. Bastano poche pagine per farvi catturare dallo stile inconfondibile di questo autore.