L’Emblema di Roto II #1 | Recensione
Arriva finalmente in Italia L’Emblema di Roto II – Gli Eredi dell’Emblema di Kamui Fujiwara, Jun Eishima e Yuji Horii. La serie segue la recente riedizione in Perfect Edition della prima storica serie di Star Comics. Il manga è, come ben noto ai più, tratto dalla celebre saga di videogiochi Dragon Quest, creata da Square Enix con il contributo di Akira Toriyama (Dragonball) nel ruolo di character designer. Non c’è dubbio che lo stile inconfondibile di Toriyama abbia contribuito alla fama della serie, appassionando milioni di giocatori a partire dal 1986, fra cui proprio lo stesso Fujiwara.
Per chi non lo ricordasse, nella prima serie, il prode Arus dopo aver riunito i maestri supremi Kira, Yao e Poron insieme ai prodi Aran e Aster, sconfisse il dio demone Imagine in uno scontro mortale, salvando il mondo dalla disperazione. Trascorsi venticinque anni da quegli eventi, al castello di Radatome si stanno ora svolgendo i festeggiamenti in onore del giovane Aros, figlio di Aran e Aster, quando di colpo tutta la magia e le persone scompaiono senza apparente motivo, lasciando il giovane privo di coscienza e memoria. Questi verrà soccorso in seguito da A’Kagi, una ragazza intrufolatasi nel castello con lo scopo di rubare qualcosa di prezioso approfittando della confusione dei festeggiamenti. Questo evento, ricordato come “Il giorno perduto” fece sprofondare il mondo nuovamente nel caos. Il manga a questo punto compie un ulteriore salto temporale di altri cinque anni in avanti, dove i lettori troveranno il mondo nuovamente in preda al caos. Le terre emerse, sono ormai ricolme di banditi che saccheggiano e uccidono a piede libero ed è proprio tra questi loschi figuri che ritroviamo Aros, radicalmente cambiato sia nell’aspetto sia nei modi. Il ragazzo è preda di continui incubi notturni e nonostante sia un personaggio molto diverso rispetto a quello che conoscevamo, la sua reticenza ad uccidere i propri avversari continua a porlo in situazioni di serio pericolo, spesso mortale. A tal proposito, per salvare i propri compagni, Aros si scontrerà con Li e Yui, un duo composto da un abile lottatore e una ragazza arciere in viaggio verso Radatome. Al termine di un duro scontro, Aros riuscirà comunque a prevalere sui due e a farli prigionieri.
Sbattuto in cella, Li si rivelerà un vecchio amico di infanzia del giovane Aros che, scettico verso i due prigionieri, faticherà non poco a convincersi di tale legame, finché A’Kagi non conferma la sua provenienza. A’Kagi si rivela quindi sicuramente un personaggio enigmatico: da un lato una ragazza gentile e sorridente a cui sta a cuore il nostro eroe, dall’altro sadica e senza scrupoli, pronta a tutto per soddisfare il suo istinto di sopravvivenza. Potrebbe in futuro convertirsi al bene o mostrare un passato fatto di sofferenze che l’hanno resa la ragazza che è adesso? Sicuramente l’autore ci fornirà qualche dettaglio in più riguardo questo personaggio che rimane di certo impresso per la sua caratterizzazione in questo primo volume. Intanto Aros si dirige senza proferire parola al castello abbandonato di Radatome, insieme Yui e Li , i quali sono invece alla ricerca di suo padre scomparso proprio in quel luogo nel giorno infausto nominato precedentemente. Li è molto probabilmente il figlio del maestro della spada Kira e del maestro del pugno Yao, sia per il suo aspetto estetico che per le sue tecniche di lotta. Girando per il castello, il gruppo finisce per imbattersi in un roseto dove al centro vi è conficcata una spada a mo’ di Excalibur: presumibilmente si tratta della Spada del Sovrano appartenuta al padre di Aros, Aran.
Sicuramente c’è da aspettarsi molto da questa nuova avventura, forse più della precedente serie. Vuoi per i toni più maturi o semplicemente per l’attuale assenza di magia, tratto assai fondamentale nel mondo di Dragon Quest, che al suo manifestarsi può aprire la narrazione a una miriade di strade, con personaggi nuovi e vecchi e arricchendo ulteriormente il mondo di sotto trame e nemici. Detto questo, la storia può essere seguita senza problemi anche da chi non ha letto quella precedente anche se ne consiglio caldamente la lettura. Personalmente la consiglio sia ai fan del videogame che agli amanti del fantasy in generale. I colori delle copertine e degli inserti sono molto piacevoli alla vista, il tratto dei disegni, pulito e appropriato per il suo genere, un plauso in particolare alle espressioni dei personaggi realizzate con particolare cura dall’autore. L’edizione giapponese conta all’attivo 31 volumi dal 2005, mentre quella italiana partita di recente, è proposta al prezzo di 5,90€ con sovraccoperta e pagine a colori a cadenza mensile.
To put it simply 5,90€
Il ritorno dell'Emblema
Tornano le epiche atmosfere dell’universo di Dragon Quest, in questo fantastico sequel dell’avvincente saga de L’emblema di Roto! Il viaggio di Aros, un giovane che insieme alla propria memoria ha perduto ogni cosa, prende il via vent’anni dopo la conclusione delle avventure di Arus e compagni, in un mondo in cui tutta la magia è scomparsa. Riuscirà a svelare il mistero di quei cambiamenti che si sono verificati in tutto il mondo…?