Quando si fa buio – David Small | Recensione

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Quando si fa buio è l’ultima delle opere di David Small a sbarcare in Italia grazie a Rizzoli Lizard, già editore dietro il ben più famoso Stitches. Come molte altre opere a fumetti, non ultima Stitches, anche questa si avvia nel tentativo di raccontare una storia di formazione. Al centro della storia abbiamo Russell Pruit, un giovane non particolarmente speciale, la cui vita viene rivoluzionata quando i suoi genitori decidono di separarsi, costringendolo a seguire il padre nel suo viaggio verso una nuova vita. La vita nei dintorni di Pasadena (California) non è però il fresh new start che ci si aspetterebbe. La vita di Russell non è semplice ma, mettendo da parte alcuni clichè del genere, è parzialmente specchio dei tempi in cui è ambientato il racconto. La paura dei rossi asiatici, l’omofobia becera e nemmeno troppo ben nascosta, tutto è filtrato tramite gli occhi di questo giovane ragazzo che contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, è tutto fuorché perfetto. Le difficoltà più grandi sono sicuramente dovute al doversi relazionare con nuovi amici, nuovi coinquilini e il padre malsano e ben poco equilibrato che si ritrova. Quella di Russell Pruit è la classica parabola di chi, dopo le prime difficoltà iniziali, finisce per non disdegnare il cameratismo del proprio gruppetto, anche quando questo va a spese del povero freak della città.Quando si fa buio

Quando si fa buio è la giovinezza e la crescita, senza filtri o edulcoranti, di chi vive una realtà che è ben lontana dalla perfezione, di chi si addormenta non sapendo cosa ritroverà al proprio risveglio. Tutto è temporaneo, fugace, inafferrabile. Le uniche radici che Russell metterà nella nuova città sono quelle che si porterà dietro per il resto della vita. Non c’è salvezza, non c’è lieto fine come spesso la realtà ci ricorda. Alcuni di noi nascono per vivere vite meschine e alla fine meschinamente vivono. Quella che circonda Quando si fa buio è molto simile all’aurea malinconica che si lasciava dietro ‘Blankets‘ di Craig Thompson, sebbene il tono con cui viene condotto il racconto non lascia spazio alla speranza di un futuro migliore. Quello di David Small è un racconto che scivola fra le dita nell’arco di un battito di palpebre e come un instante fugace, quello che rimane al termine sono solo le sensazioni provate quando lo si ha vissuto. Nonostante non sia diverso da tanti altri racconti di formazione, ‘Quando si fa buio‘ è infatti un ricettacolo di sguardi, silenzi e vignette che difficilmente lascerà indifferente il lettore. L’autore si è evidentemente speso molto nel cercare di snellire quanto più possibile il corpo dei testi, lasciando ampio margine alla pura e semplice narrazione per immagini. Anzi si può dire che un’intera fetta di storia sia lasciata alla debita osservazione del lettore.

In soldoni Quando si fa buio è un racconto di formazione e crescita come ce ne sono molti altri in giro, ma che parla con un’insolita chiarezza, una forma ed un linguaggio forgiato dall’esperienza e dalla maestria di David Small.

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3.8

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Copertina di: Quando si fa buio“Non sono figlio di nessuno.” Parole dure, soprattutto se a pronunciarle è un ragazzino come Russell Pruitt. Gracile, introspettivo, abbandonato prima da sua madre e, pochi mesi dopo, da suo padre alcolizzato: Russell è la vittima perfetta per i bulli che lo tormentano, in una California anni Cinquanta tutt’altro che solare e spensierata. Nella sconfinata provincia in cui è costretto a crescere, ogni suo legame è dettato – più che da un sincero affetto – da una necessità: la coppia cinese che lo sfama da quando è rimasto solo, gli amici teppisti che a loro modo lo proteggono dall’isolamento e, infine, Warren, l’unico coetaneo che lo tratta con rispetto e lo riempie di piccoli regali. Ma per la gente del posto, Warren è anche più strano di Russell: vive solo con la nonna, ha un ratto come animale da compagnia ed è preso di mira da chiunque per la sua omosessualità. Quando si fa buio racconta un mondo duro, in cui le regole sono chiare e inaggirabili, dove il diverso deve relegarsi ai margini della società, se vuole sperare di farla franca. Small dimostra che la strada verso la serenità non è una linea retta, ma un percorso che prevede molte terribili deviazioni.

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