Crying Freeman #1 | Recensione

Tempo di lettura: 4 minuti

Nuova edizione edita da J-Pop per uno dei seinen che si è distinto maggiormente nel genere crime. Dalla mente di Kazuo Koike (Lone Wolf & Cub, Lady Snowblood) e dalla mano di Ryoichi Ikegami (Sanctuary, Heat) viene fuori nel 1986, sulle pagine di Big Comic Spirits della Shogakukan, Crying Freeman. Il duo artistico, senza troppe pretese, non ci presenta da subito il nostro protagonista, ma ci mostra chi questi sia e di cosa sia capace. Vediamo già nelle prime pagine le sue letali doti da killer, a renderlo quasi un acrobata dell’omicidio, ma forse ciò che colpisce di più sono le sue lacrime al termine di ogni suo “lavoro”. Il suo nome, che conosciamo dopo aver appreso della sua fama, è Yo, meglio conosciuto come Crying Freeman. Di fronte alla sua fermezza nell’uccidere, alla sua mancanza di timori o di qualsivoglia esitazione sorge spontaneamente la domanda: perché questo pianto?

Il destino ha voluto che una donna, Emu Hino, bellissima pittrice giapponese, assistesse all’omicidio di un boss della mafia giapponese, evento che segnerà la sua vita. Dopo essersi rifiutata di rivelare l’identità dell’assassino alla polizia, Emu torna a casa e ad attenderla troverà Freeman pronto ad eliminare lo scomodo testimone oculare. La donna ha però un ultimo desiderio: perdere la verginità. È con questa loro unione che lo spietato Yo scopre per la prima volta l’amore. Un amore che va oltre i limiti di una relazione convenzionale. Lei pronta a rischiare tutto per lui, anche entrare nel mondo della malavita; lui pronto per prima volta a fidarsi totalmente di qualcuno.

Per la coppia i guai cominciano sin da subito, infatti la mafia non dimentica facilmente e non perde tempo ad avviare la caccia all’uomo per vendicare il proprio capo. In un primo scontro Yo riesce a respingere i suoi avversari ma nella foga dello scontro Emu rimane ferita. Dopo essersi separati ed aver ricevuto le dovute cure, i due si rincontrano a casa di Yo che inizierà a narrare la sua storia, il triste passato di un uomo onesto. Yo è stato infatti un famoso ceramista giapponese e durante la sua prima mostra a New York, un episodio alquanto insolito ha colpito la sua attenzione: uomo in fuga sembrava aver nascosto delle pellicole in uno dei suoi vasi. Scoperto il misfatto, Yo sviluppa le foto e dalla cellulosa emergono sono scatti di violenti omicidi della Yakuza, la mafia cinese. Altrettanto improvvisamente Yo riceve una grossa somma di denaro, che rifiuta in cambio delle 
prove di cui è venuto in possesso, ma la sua onestà non verrà premiata. Yo infatti viene rapito da parte del gruppo malavitoso conosciuto come i 108 Dragoni, il più perfido e pericoloso clan. La sua punizione consiste in una raffinata ipnosi che lo costringe ad obbedire agli ordini, incluso uccidere. Terminato l’effetto di questa ipnosi, a Yo non restano che le lacrime ed il sollievo per essere tornato finalmente a essere se stesso.

Inizia, quindi, un duro allenamento (da far invidia anche a Bruce Lee) volto a renderlo il più grande assassino della mafia e, col tempo, farlo diventare il capo dell’organizzazione. Nonostante tutto, Yo continua a sognare la libertà, da qui il nome in codice “Freeman”. Al termine di questo movimentato e drammatico racconto, Emu è sempre convinta a restargli accanto e Yo decide di partire per vendicarsi dell’attentatore della sua amata. Si dirige quindi a Tokyo insieme al suo assistente Huang, e con estrema facilità elimina l’intera banda. Al peggio però non c’è mai fine ed ora una grossa taglia penderà sulla testa della sua donna, ordine della mafia giapponese.

Si conclude così questo primo volume senza lasciarci un attimo di tregua. Nonostante io non sia un fan del genere e abbia trovato delle lievi forzature narrative, sono stato trascinato dal ritmo di questo racconto che lascia tanto spazio all’azione senza perdersi in grossi dialoghi. Le tavole sono ben organizzate e il tratto pulito e chiaro, anche nelle scene sanguinose, con disegni che sembrano sequenze cinematografiche. Il tutto contornato dalla giusta dose di erotismo. Ciò che risalta maggiormente nella lettura sono gli sguardi dei personaggi, soprattutto quelli di Yo che lasciano intuire al lettore l’angoscia di uomo sottomesso, rendendolo un personaggio vivo per cui non possiamo che provare compassione. La matita del maestro Ikegami ci regala spesso delle composizioni a figura intera dei suoi personaggi, semplici ma di grande effetto.

Il tutto è impacchettato in una splendida edizione salda, in formato grande 15×21 da 5 volumi con circa 400 pagine al prezzo di 14€ cad. Ciò che farà la gioia di tutti i collezionisti è la bellissima rifinitura lucida sulla sovraccoperta, che disegna un drago tra le stupende illustrazioni su di essa (ahimè mostrarvela in digitale non rende per niente, correte in fumetteria ad acquistarlo!). Inoltre il volume è arricchito da pagine a colori e da un doppio miniposter.

Cosa aspettarsi in seguito? Riuscirà Freeman a diventare un uomo libero e a salvare la sua amata Emu? Potrà un singolo uomo spuntarla contro la più grande organizzazione criminale della storia che lo tenie sotto scacco? Spero che anche voi vogliate assistere assieme a me alle gesta di Yo (soddisfatti o rimborsati) .

To put it simply 14€
  • Crying Freeman #1
3.5

Il Bruce Lee della Yakuza

Prima edizione in grande formato, per una serie fondamentale nella storia del manga, il capolavoro di due maestri: Kazuo Koike (Lady Snowblood) e Ryoichi Ikegami (Heat, Spider-man Manga), disegnatore dall’impareggiabile classe.
Questa è la storia dell’ascesa al trono di re del crimine del “Crying Freeman”, l’infallibile assassino della mafia cinese che versa lacrime sincere per ogni obiettivo che elimina. Tra donne bellissime e sensuali, organizzazioni letali, complotti e duelli spettacolari con ogni tipo di arma e arte marziale, una saga criminale che come il Padrino ha segnato un’epoca!

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