Harbinger Wars II – “Le Guerre degli Harbinger” | Recensione
Siamo infine giunti ad Harbinger Wars II, il maxi evento dell’universo Valiant che sul finire di questo 2018 si appresta a stravolgere nuovamente gli equilibri del gioco. Per chi giungesse a questo articolo senza un minimo di contesto, vi lascio qui sotto la road-to che abbiamo seguito in queste ultime settimane sul blog:
- Secret Weapons
- XO Manowar Vol.4 – Visigoto
- Generation Zero Vol.1 – “Noi siamo il futuro”
- Harbinger Renegade Vol.1 – “Il giudizio di Solomon”
- Generation Zero Vol.2 – “Heroscape”
- Harbinger Renegade Vol.2 – “Massacro”
Contrariamente a quello che si poteva prevedere da Harbinger Renegade Vol.2, le guerre degli Harbinger poco hanno a che spartire con i piani Solomon e la liberazione dello psiota alfa. Il volume è scritto a quattro mani da Matt Kindt per quanto riguarda i quattro numeri della miniserie principale e Eric Heisserer per quanto riguarda prologo ed epilogo (aftermath). Ad accompagnare i due scrittori altrettanti disegnatori che hanno già dato prova del loro straordinario talento su X-O Manowar e su Secret Weapons: stiamo parlando di Tomas Giorello e Raul Allen.
Dopo aver assistito al ritorno di Aric sulla Terra, dopo aver assistito al disfatta dei Generation Zero, Matt Kindt ci riporta in compagnia di Amanda McKee aka “Livewire” e del suo gruppo di psioti dei “Salici“, struttura in cui venivano spediti gli psioti che sembravano non avere le abilità combattive necessarie per entrare nelle fila dell’esercizio di Toyo Harada. Amanda ed il suo gruppo sono riusciti finora a scampare alle grinfe di OMEN e della sua unità H.A.R.D Corps. Il non aver preso una posizione netta nei confronti della dura repressione contro gli psioti messa in atto dal governo, non ha fatto altro che tardare l’ormai inevitabile incontro. Mentre Livewire viene catturata e condotta per un interrogatorio formale, le H.AR.D Corps si preparano ad eliminare il gruppo di sopravvissuti dei Salici. Ovviamente l’attacco non va a buon fine e Livewire, una volta entrata nel sistema di sicurezza degli Stati Uniti e scoperto il piano di repressione in atto, perde il controllo e fa impazzire tutti i sistemi di comunicazione portando fuori orbita i satelliti intorno al pianeta. D’ora in avanti la parola d’ordine è tolleranza zero e Livewire si fa portavoce della popolazione di psioti, finora rimasta nell’ombra e disorganizzata. Gli stessi Renegades non sono stati infatti in grado di contrastare il governo e proteggere i più deboli tra le loro fila. Peter Stancheck, dopo le vicende di Rook, è in giro per il mondo per rimpolpare i propri ranghi e attivare tutti i potenziali psioti decisi ad aderire alla sua causa.
Quello che per me ha funzionato molto in questo Harbinger Wars II è stato la complessità del quadro generale. Kindt è riuscito a dipingere un affresco geopolitico, dalle mille e una sfumature. Non c’è un vero e proprio fronte che si riesce a odiare nella sua interezza. Come non c’è un fronte con cui si è d’accordo su ogni punto. Livewire sotto questo punto di vista rappresenta la ribellione senza possibilità di compromesso: non importa dei danni collaterali, ogni mezzo è lecito per fermare la repressione degli psioti. Nemmeno la risposta di Peter è dall’altro canto una scelta in piena coscienza, perché finisce per esporre ad un conflitto giovani psioti poco consapevoli dei propri mezzi, col rischio di scatenare probabili e pericolisi incidenti. In questo confronto vengono coinvolti anche il G.A.T.E e quindi Aric e Colin King aka NinjaK, in un primo momento portati ad affiancare il Maggiore Palmer e le sue H.A.R.D Corps. Le file dei due schieramenti non sono però così ermetiche e avremo più di qualche cambiamento di casacca.
Confesso che ho trovato davvero pochi appigli nel recensire questo volume. L’unico appunto che gli si può fare è il fatto di aver giocato su un finale troppo aperto e che forse non arriva con le tempistiche giuste. D’altro canto se pensiamo ad Harbinger Wars II come un evento promotore di nuove dinamiche all’interno dell’universo Valiant è del tutto giustificato. Al di là di questo, posso assicurarvi che sarete sicuramente appagati da questa lettura impreziosità, è il caso di dirlo, dagli splendidi disegni di un Tomas Giorello più in forma che mai. Anche Raul Allen ci regala più di una sequenza sfiziosa ma bisogna essere onesti e dire che questa è veramente poca cosa se paragonato ad alcune sequenze di Giorello. Bloodshot e le sue “trasformazioni” vi lasceranno a bocca aperta in più di un’occasione. Insomma tanta tanta azione fatta veramente bene ed un conflitto ideologico alla base molto ben studiato.
A questo punto Harbinger Wars II è una lettura che non riesco a non consigliarvi per cominciare bene questo 2019, ancor più se si guarda alle indiscrezioni dagli USA e a quello che ci attende per i prossimi mesi.
To put it simply 10,90€
Le seconde guerre degli Harbinger
Il mondo intero è pervaso da una nuova, terribile consapevolezza: ogni persona può nascondere in sé poteri latenti in grado di aiutare o minacciare il resto dell’umanità. L’America non sta a guardare e autorizza l’agenzia Omen a prendere il controllo, con l’ausilio del suo braccio armato H.A.R.D. Corps.
Sul fronte opposto Livewire guida il nuovo gruppo di giovani promesse Secret Weapons, mentre Peter Stanchek è braccato in tutto il Paese, intenzionato più che mai a infoltire le fila degli Harbinger Renegade.
Lo scontro è ormai inevitabile e nel turbine di violenza, legami distrutti e rancori risvegliati, non mancherà il coinvolgimento dei più grandi guerrieri del pianeta: Ninjak, X-O Manowar e Bloodshot.
La guerra sta per iniziare e a farne le spese sarà l’intero universo Valiant.