Generation Zero Vol.2 – “Heroscape” | Recensione
Terminata quella che potremmo definire la “fase 1” della nostra road-to Harbinger Wars II, cominciamo la “fase 2” che culminerà il 19 Dicembre con la recensione di Generation Zero Vol.2 – “Heroscape”. Ai testi troviamo ancora una volta Fred Van Lente, già autore dei primo volume della miniserie, questa volta accompagnato da Diego Bernard, disegnatore del quinto capitolo raccolto nel precedente volume (di cui trovate la recensione qui).
Forse avevo giudicato troppo frettolosamente questa serie. Me ne sono accorto leggendo proprio questo secondo volume che, al contrario del precedente, afferma con chiarezza la sua linea di condotta e la porta avanti per tutta la sua durata. Decisamente più disimpegnato e libero, questo secondo volume non paga lo scotto di dover reintrodurre i lettori ad un gruppo di eroi con i quali non sono poi tanto familiari. Ad ogni modo, Van Lente sfodera un ritmo diametralmente diverso e comincia a mettere insieme i vari punti sparsi nel corso dei primi 5 capitoli. Apprendiamo quindi che la gigantesca torre nei Bishop’s Woods è in realtà una intrusione dell’Heroscape nella città di Rook(Michigan), in quella che potremmo definire una collisione tra una proiezione mentale individuale – chiamata “Heroscape” – ed il nostro mondo. Questa torre è rimasta occultata psichicamente proprio a causa della sua natura, che la rende solo vagamente percepibile agli umani in età adolescenziale per il loro diverso stato neurologico-evolutivo. Le incongruenze suonano ancora più strane da quando, durante la loro irruzione al college, i Generation hanno individuato nel Momoo, una bevanda molto diffusa tra i giovani, un forte soppressore dell’attività neurale che altrimenti avrebbe consentito l’individuazione della torre. Ai giovani psioti non resta altro che scoprire cosa si nasconde dietro questa futuristica struttura, ancor più che in essa sono tenuti prigionieri Katy Zygos e Kwame Sherman, fratello minore della nostra protagonista. Anche in questo caso i parallelismi con Planetary, le sue teorie complottiste ed i misteri si sprecano, ed il tutto è chiaramente collegato a sporchi giochi di potere, gli stessi che hanno permesso la repentina evoluzione tecnologica di Rook.
Dopo aver trovato un luogo sicuro dove poter assistere Animalia, rimasta ferita durante il raid al liceo, i Generation riescono ad infiltrarsi nella torre, accedendovi dall’Heroscape – dal momento che la struttura esiste in due piani paralleli. Al suo interno sono rinvenute apparecchiature avveniristiche, i cui progetti rendono fattibile la loro realizzazione nel mondo reale da parte di Jason Poole, padre di Adele, e machiavellico artefice della rinascita di Rook. La torre, come anche la tecnologia futuristica di Rook, si scopre essere letteralmente frutto della fantasia di Rasa, una giovane psiota irachena il cui potere è rendere reale tutto ciò che questa sogna. La giovane è come si può ben immaginare, vittima della malvagità dell’uomo, in questo caso Jason Pool, che invece di eliminarla durante una missione in Iraq ne ha fatto una prigioniera per sfruttarne il potenziale per il proprio tornaconto.
Da un lato un volume fresco, dinamico e che da molto spazio all’azione, dall’altro una interessante lettura di lotta contro l’oppressione e il capitalismo più sfrenato. Decisamente più bilanciato, rispetto al primo story-arc, ‘Heroscape’ è una storia che sa anche prendersi alla leggera e che intrattiene piacevolmente il lettore dall’inizio alla fine. Mi ha convinto parecchio la caratterizzazione di James Zygos, personaggio decisamente sopra le righe, che volendo fare un parallelismo, fa molto il verso a n.5 della Umbrella Academy di Gerard Way e Gabriel Ba. Mi è piaciuto molto anche Van Lente, che ha deciso di giocarsela su un piano abbastanza scivoloso a livello narrativo, ma che è stato in grado di illustrare concetti anche abbastanza contorti in modo chiaro e semplice. Quello che mi ha convinto meno è forse Diego Bernard che secondo me fatica ancora a trovare uno proprio stile di disegno. Troppo scolastico, troppo pulito, troppo anonimo. Avessero scelto per la continuità con Portela avrebbero fatto bingo, ma così non è stato. Tirando le somme Generation Zero è una buona miniserie, godibile sicuramente anche a sè, ma che pare ancora un po’ troppo isolata rispetto alle dinamiche viste per esempio in Harbinger Renegade. Resta da capire quale ruolo rivestiranno gli Zero nelle vicende di Harbinger Wars II ma per scoprirlo bisognerà attendere il 19 Dicembre.
To put it simply
Da Zero a eroi alla velocità della luce!
DA ZERO A EROI!
I membri di Generation Zero sono riusciti a sopravvivere alla loro prima missione, e ora il dovere li chiama verso una pericolosa dimensione nota solo come Heroscape, che gli farà vedere il mondo con occhi diversi. Scopriranno i più grandi segreti dei loro amici, le più oscure paure dei loro nemici e il sinistro legame che c’è tra la città di Rook e questa realtà generata dall’immaginazione. L’Heroscape può anche essere immaginario, ma ciò non significa che non possa essere letale… tutte le fantasie più nascoste di Rook, da orde di zombie in versione animata fino a guerrieri fantascientifici psichedelici, stanno ora per invadere la nostra realtà!
Contiene GENERATION ZERO #6–9.