Moonshine Vol.1: Il ritorno del duo di 100 Bullets | Recensione

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Era il Giugno del 1999 quando sugli scaffagli delle fumetterie oltre oceano comparvero i primi numeri di100 Bullets, uno degli ultimi bagliori di speranza nel panorama Vertigo che aveva ormai iniziato la sua fase calante, con alcune notevoli eccezioni ovviamente. Dal quel momento Brain Azzarello, e il suo compare Eduardo Risso, videro i loro nomi fare quel balzo di qualità che ogni fumettista da sempre insegue ma che in pochi riescono a raggiungere. In una odissea durata la bellezza di 100 numeri tondi tondi, il duo è stato in grado di tirare avanti la baracca con tanta classe da portarsi a casa la bellezza di tre premi Eisner (2001, 2002, 2004). Moonshine v1_2Erano gli anni di Preacher, Planetary, Authority e di una certa ABC Comics per cui manco a dire che di concorrenza ce ne fosse poca. Da allora i due hanno continuato a collaborare saltuariamente e mentre sbocciavano nuovi sodalizzi, per esempio quello tra Azzarello e Bermejo, il livello delle storie da loro prodotte non si può dire si mantenesse sullo standard qualitativo a cui ci avevano abituato. Personalmente penso che Azzarello ne abbia imbroccate davvero poche in seguito a 100 Bullets ma se siamo qui oggi è per parlare del ritorno della storica coppia in un contesto editorialmente e artisticamente diverso dalle major, anche se non si può più dire che Image sia un editore di nicchia. Quello di cui vado a parlarvi oggi è Moonshine opera etichettata Image Comics, scritta da Brain Azzarello e disegnata dal suo vecchio compagno d’armi Eduardo Risso.

I diritti per la pubblicazione italiana sono stati acquisiti da Mondadori che sotto la sua etichetta Oscar Ink si sta dimostrando sempre più attenta e ricettiva nei confronti del meglio che il mercato indipendente americano ha da offrire. Moonshine v1_1Se volete farvi un idea, qui trovate una mia vecchia recensione di House of Penance, piccola perla pubblicata dalla Dark Horse, scritta da Peter Tomasi che Oscar Ink ha portato qui da noi, e che come tutte le cose belle è passata inosservata ai più. Il volume è un bel malloppo che raccoglie i primi sei numeri americani della serie la quale dovrebbe concludersi con il secondo tp uscito appena il mese scorso negli States. La storia che Azzarello e Risso si accingono a raccontarci questa volta è quella di Lou Pirlo un gangster di bassa lega, cui viene affidato l’incarico di giungere ad un accordo con un certo Hiram Holt per il commercio di un pregiato whisky di contrabbando prodotto tra le colline della Virginia. Il periodo storico è il 1929, epoca di proibizionismo, depressione economica, malavita  e contrabbando di alcolici. Ed allora diviene ancora più evidente la scelta del titolo ‘moonshine’ che riprende il nome del whisky che veniva distillato al chiaro di luna, perché illegale, ma anche e soprattutto per il  tocco soprannaturale che Azzarello e Risso decidono di conferire alla trama.

Se da un lato la missione di Lou si fa di giorno in giorno più ardua e le possibilità di uscire da questa storia con un’altra reputazione si fanno sempre più lontane, è anche vero allora che l’atmosfera tra le colline di Spine Ridge si fa sempre più tetra e misteriosa. Il distillato ambrato è solo il pretesto per raccontare una storia dalle tinte nere come la pece, o forse dovrei dire come le chine di Risso, e dal fascino ammaliante ed oscuro. La famiglia di Holt ha ben più da nascondere che una banale distilleria di ottimo whiskey. Tra i boschi si aggira una bestia feroce che non esita a mietere vittime, non importa che questi siano gangster armati fino ai denti o federali spintisi troppo oltre nella loro ricognizione. In tutto questo calderone sembra proprio che il nostro Lou sia destinato ad avere un posto in prima fila ma non è ancora chiaro quale sia questo posto.Moonshine v1_3

Finalmente, ed era veramente ora, Azzarello mette la testa fuori dalla sabbia e dimostra di saper lavorare come ai tempi di 100 Bullets. Dialoghi taglienti, asciutti, senza troppi preamboli. I suoi personaggi sono schietti, nudi nel loro modo di esprimersi, non parlano per il lettore ma è il lettore che leggendo le loro frasi ed assistendo ai loro comportamenti deve decifrare intenzioni e stati d’animo. Questo è un aspetto della scrittura di Azzarello che mi è sempre piaciuto, il suo essere in certo qual senso ermetico nella costruzione dei dialoghi permette al lettore di interpretare quanto vede ma non di avere la certezza di conoscere appieno ogni singolo personaggio. E’ un processo di caratterizzazione induttivo che spinge il lettore a prestare attenzione ad ogni particolare della pagina per non giungere a conclusioni affrettate. Il bello di questo approccio è che la sua resa dipende moltissimo dalla sintonia che c’è con il disegnatore, cui è affidato il compito di fornire i pezzi mancanti del puzzle. Purtroppo nella traduzione sono andate perse diverse inflessioni dialettali che avrebbero arricchito ancora di più questo affresco di personaggi ma fidatevi che Risso, in quanto a story-telling sopperisce a queste piccole mancanze e va anche oltre. In questa serie il disegnatore ha dato fondo a tutto il suo talento riproponendo i giochi di luci e ombre che lo hanno reso celebre ma anche introducendo una colorazione semplicemente travolgente. Non mancano le sue figure femminili che tanto mi ricordano quelle di Frank Miller, tanto sinuose quanto letali.Moonshine v1_4

Insomma una affresco di alcool, violenza e orrore senza fondo. Un parco di personaggi con gli attributi, un Eduardo Risso in stato di grazia. Serve altro per convincervi a recuperarlo?

To put it simply 22€
  • Moonshine Vol.1
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Il ritorno sulla piazza della coppia che rese memorabile 100 Bullets

Moonshine. 1.Un «gangster comic» dalle tinte noir e horror. West Virginia, 1929. Negli anni della Depressione e del proibizionismo, i malavitosi newyorkesi inviano un loro uomo, sui monti Appalachi, per fare scorta di «Moonshine», il whishy artigianale illegale. Ma cosa succede se i loschi traffici dei padrini e dei distillatori si incrociano con il mondo soprannaturale?

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