Eclipse vol.1 – Luce Mortale | Recensione
Una doverosa introduzione
In questo periodo, contrariamente alle voci che ne sostengono il declino, stiamo assistendo ad una nuova fioritura del fumetto. A testimoniarlo c’è sicuramente la sempre maggior attenzione mediatica per questo genere di prodotti, ma anche per le riproposte di vecchi brand e l’adattamento di alcuni soggetti per il piccolo e il grande schermo. Non solo il fumetto gode di una nuova popolarità ma la sua proposta si è notevolmente arricchita, tanto che sostanzialmente in libreria e fumetteria si possono trovare ogni genere di storie. In quella che è una vera e propria ondata di nuovi titoli e case editrici è arduo, per non dire impossibile, poter anche solo sfogliare tutti i titoli che vengono sfornati ogni mese, figuriamoci leggerli e seguirli assiduamente. Conseguenza di questo è che tante buone proposte passano in sordina, seppellite dall’ennesimo reboot della DC o dalla nuovissima testata degli X-Men.
Quello di cui vado a parlarvi oggi è appunto un titolo di cui non ho letto molto in giro e che probabilmente è passato sotto gli occhi di tanti, solo per essere dimenticato l’istante dopo. Sto parlando di Eclipse di Zack Kaplan e Giovanni Timpano, nata dalla collaborazione di Top Cow Production, ex-costola di Image Comics, e la Image stessa. Se gli autori vi suonano nuovi – o quasi – non vi scoraggiate troppo perchè Eclipse è il primo lavoro in ambito fumettistico per Zack Kaplan; mentre Giovanni Timpano, pur avendo all’attivo un discreto numero di lavori per alcune case editrici americane come IDW, Dynamite, è un nome nuovo anche per me.
Qualcosina sulla trama
Le vicende della serie seguono la storia di David Baxter, un operatore Iceman, ossia un tecnico che si occupa di tutte quelle operazioni per le quali è necessaria una tuta refrigerante. Il perché è il fulcro affascinante che muove le vicende in Eclipse: 10 anni fa è avvenuto un brillamento all’interno del Sole, che ha devastato il mondo come lo conoscevamo e ha compromesso per sempre la vita sulla superficie terreste. In altre parole, l’esposizione alla radiazione solare, che sia diretta o riflessa, è ora in grado di uccidere all’istante ogni essere umano che non sia schermato. Non sappiamo bene perché o cosa abbia causato tale brillamento, ma sappiamo che l’umanità, come sempre, è andata avanti e si è adattata. David ‘Bax’ Baxter vive in questa New York post apocalittica, costretta ad un ciclo vitale alla rovescia in cui un coprifuoco permette alle persone di risalire in superficie, durante le ore notturne, mentre di giorno la vita fluisce tra i tunnel sotterranei delle metropolitane. Tutte le – poche – certezze riacquisite vengono meno quando ad irrompere in quella che sembra una banale indagine per omicidio è un losco soggetto, dalla pelle bianca e capace di muoversi e sopravvivere anche sotto la luce diretta del sole.
La trama non è particolarmente originale, e molto spesso sono chiarissimi i riferimenti a The Walking Dead, ai suoi scenari ed ad alcuni suoi personaggi. Al di là di questo, la sceneggiatore si dimostra però intelligente nel sapere sfruttare sapientemente il gioco di luci e ombre, introducendo delle dinamiche interessanti. Zack Kaplan dosa bene i tempi e lascia aperte molte possibilità. Allo stesso modo non si affretta a caratterizzare in maniera definitiva i suoi personaggi che, pur essendo spesso stereotipati, regalano qualche sorpresa. Ad esclusione di alcuni comprimari non particolarmente brillanti, i restanti personaggi non sono cristallizzati ed avanzando nella storia le loro personalità si mostrano sempre più ricche e sfaccettate. Lo stesso David non è proprio il classico eroe imbattibile ma ingenuo. La narrazione ha un ritmo davvero ottimo e gli otto numeri contenuti nel volume Panini, scorrono via con grande leggerezza, senza spiegoni o inutili ripetizioni. Si arriva alla fine del volume con la sensazione che ci sia tanto ancora da scoprire e questo per un thriller è sicuramente un punto a favore.
I bellissimi disegni dell’italianissimo Giovanni Timpano
Veniamo ora al lato artistico, dove Giovanni Timpano dà un contributo decisivo alla resa complessiva del fumetto. Il suo tratto rivela uno studio approfondito della tavola, con uno sguardo sempre alla ricerca della soluzione narrativamente più efficace. Timpano mette in gioco tutte le sue abilità per convergere verso la sceneggiatura e diventarne una naturale estensione. Le sue composizioni sono spesso libere dalla classica griglia, così come lo è la disposizione delle vignette. Questo posizionamento contribuisce all’immersione del lettore nella vicenda. Le inquadrature sono spesso ricercate e dalla forte impronta cinematografica.
Il gioco di chiari e scuri trova la sua massima espressione come è facile aspettarsi. Il disegnatore traccia forme sottilissime nelle situazioni di luce per passare al pennello spesso e pesante nelle zone più cupe e tenebrose del sottosuolo. L’alternanza di semplice penna e china crea un forte contrasto tra le ambientazioni. Giorno e sottosuolo. Luce e ombra. Un’altra caratteristica di Timpano è la sua cura maniacale per i dettagli, degna di altri grandi artisti come Geof Darrow o Moebius. L’unica pecca che ho riscontrato in questo artista è un po’ di incertezza sui volti dei personaggi in alcuni particolari frangenti. Per il resto una prova artistica di carattere e con la giusta sofisticatezza.
Non mi dilungo oltre ma vi confermo che Eclipse è sicuramente una lettura con un certo fascino che intrattiene piacevolmente.
Due righe sull’edizione Panini Comics
L’edizione Panini Comics poi è un affare: con 17 euro vi portate a casa due story-arc, dato che il volume contiene 8 e non 4 spillati americani, confezionati nel classico bel cartonato 100% HD. Spero di avervi incuriosito almeno un po’ perché Eclipse è un prodotto che merita sicuramente più attenzione di quella che ha ricevuto finora. Io vi lascio il link per acquistare – al solito prezzo scontato su Amazon – il volume di cui abbiamo parlato e vi do appuntamento sotto al prossimo articolo. Buonsalve!